Un pareggio insperato grazie a Gatti tiene aperta la qualificazione della Juventus.
La serata ombrosa dello Stadium comincia con l’arrivo del Siviglia al campo. L’atmosfera si riscalda al sopraluogo degli andalusi con la Sud che intona “sono un ultras bianconero”. La temperatura fresca promette pioggia, speriamo di gol bianconeri. Ecco la Juve che passa dalle tribune e scende sul prato della nostra casa: salgono i decibel “fino alla fine forza Juventus". A questo giro tocca a dj SHUBOSTAR farci ballare a ritmo di dance. Comincia a piovere acqua e pure saluti a qualche commentatore a bordocampo… Da casa non gradiscono il 3-5-1-1 ma non è un una novità. Miretti al posto di Fagioli, Di Maria e Vlahovic davanti, Bonucci fa 500 con la maglia della Juve e si prende l’ovazione alla lettura delle formazioni. Allegri si fida di Angel che “in queste partite può fare la differenza” e Calvo ribadisce che fuori dal campo ci penseranno “i nostri avvocati”. Finisce il momento delle parole e come sempre, adesso, parla il campo. La Juve parte forte con Di Maria che delizia il nostro attacco: corner, lo Stadium si esalta. Locatelli prova il tiro dalla distanza, palla in curva che canta di brutto questa sera. Abbiamo voglia di raggiungere la finalissima. Alterniamo pressing ad attese, la giusta gestione e conquistiamo un nuovo corner ma non lo sfruttiamo. La curva chiede a gran voce un gol e si parte in contropiede con Di Maria che innesca Vlahovic, palla a Kostic che incrocia troppo il tiro. La prima conclusione del Siviglia arriva al minuto 14 ma Tek blocca con tranquillità. Più complicata la parata al minuto 16 su Ocampos. Dusan spreca davanti al portiere ma era in posizione di fuorigioco, proprio sotto la Sud caldissima. Vlahovic ci riprova e spara alto , ancora in offside e lo stadio lo esalta DUSAN- DUSAN-DUSAN. La partita è divertente ma non si segna ancora. Pericolo pazzesco al minuto 24 con una conclusione di controbalzo del Siviglia che va fuori: Ocampos ci grazia. È un campanello d’allarme e infatti andiamo sotto con il contropiede tagliente che porta gli andalusi al vantaggio grazie a EN-NESYRI. La Juve barcolla pericolosamente e rischia di prenderne un altro. Il pubblico cerca di svegliarci e sta vicino alla squadra.
Siamo troppo lunghi e subiamo la loro intensità. Gran parata di Szczesny sulla conclusione di Rakitic. Classico intervento palla-piede di Rabiot che si prende il giallo. La curva chiede “più rispetto”. Finisce il primo tempo e l’unica nota positiva è che abbuiamo preso solo un gol. La ripresa inizia con Chiesa al posto di Miretti e Iling al posto di Kostic. Proviamo con il 4-2-3-1, il pubblico apprezza i cambi. La Juve attacca dalle corsie e si guadagna una buona punizione e poi un corner. Approccio molto diverso dal primo tempo. Di Maria trova Chiesa in area ma Fede non aggancia davanti al portiere. All’ora di gioco Bonucci non ce la fa più ed entra Gatti. Fuori anche Vlahovic e dentro Milik. Dusan esce dal campo imbelvito. Il primo vero tiro nello specchio della Juve è al minuto 63 grazie a Iling che conclude centralmente. La Juve sembra addormentata, ci vorrebbe una scossa. Allegri si gioca la carta Pogba al posto di Angel Di Maria. La partita si trascina lenta, squadra e pubblico non ci credono più tra falli di frustrazione che portano ai gialli di Locatelli e Chiesa e un gioco spento in orizzontale. Arriviamo al minuto 96 e l’arbitro (che non ha concesso un rigore clamoroso a Rabiot) ci fa batter un corner. L’ultimissima speranza: palla dentro, assist del polpo e graffio vincente di Gatti. Un pareggio immeritato, esplode lo Stadium, la qualificazione resta aperta.
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