Per Vlahovic fortunatamente è solo un fortissimo campanello d'allarme. Ma Dusan, Motta e Giuntoli devono correggere i propri errori...
Sarebbe bello se la fine di questa storia vedesse Vlahovic decidere la sfida contro il Milan, cancellando in una botta sola malumori per le sue dichiarazioni e paura per le sue condizioni fisiche. A volte sperare in un lieto fine è la cura migliore per scacciare via pensieri e sensazioni negative, quadro che quasi automaticamente va in scena in casa Juventus quando arrivano le soste per la Nazionale. Quando non sono vicende extracampo sono gli infortuni, quando non ci sono gli infortuni arrivano dichiarazioni al veleno che minano la serenità dell'ambiente ma prima o poi le pause finiscono, la squadra si ritrova e il campo torna ad offrire la possibilità di un riscatto immediato.
Sono stato molto duro in trasmissione sulle parole fuori luogo di Dusan durante la sosta e continuo ad essere fermamente convinto che certi comportamenti non aiutano in primis il serbo a focalizzare il problema che lo limita non permettendogli di esprimere tutte le grandi potenzialità, e non ne faccio una guerra di religione quindi non tiratemici in mezzo. Non sono pro o contro Vlahovic, come non ero pro o contro Allegri. Non sono pro o contro Giuntoli come non sono pro o contro Motta. Io mi tengo lontano dall'altalena dei pregiudizi ma mi tengo strette le mie opinioni che vado a sciorinare rapidamente.
Per quanto è coccolato, protetto e assistito, non esiste al mondo che Vlahovic se ne esca con certe dichiarazioni pubbliche minando la serenità dello spogliatoio della Juventus e il suo rapporto con l'allenatore solo per cercare strampalati alibi ad alcuni clamorosi gol sbagliati a porta vuota. Non va bene. Se si ritiene un campione deve solo migliorarsi, sacrificarsi e lavorare per risolvere le carenze tecniche ma soprattutto emotive che ha. Se non si rende conto che il suo reale problema è nell'emotività non migliorerà mai. E non gli basteranno le scuse: Allegri lo lascia solo, Motta non gli dà un partner, deva partecipare alla ri-aggressione spendendo energie. Tutte cose che non possono giustificare certi errori che uno delle sue qualità non può permettersi perché costano punti.
Veniamo a Motta. Secondo me sta facendo un ottimo lavoro, la Juventus sta cambiando pelle senza perdere troppi punti, facendo fronte ai tantissimi eterni infortuni e mostrando segnali di continua crescita. Dopodiché anche lui deve piano piano assimilare il concetto che la Juventus non è il Bologna e che il pareggio deve essere visto come una mezza sconfitta e non una salvezza davanti alla paura di perdere. Che si lavora con chi c'è e bisogna valorizzare al meglio il "materiale" a disposizione e non condizionarlo a delle idee magari non applicabili. La squadra è di ottimo livello, ha "soltanto" una grave pecca in termini di ricambi in attacco ma quello che c'è è sufficiente per portare avanti un buon lavoro centrando gli obiettivi minimi stagionali avvicinandosi quanto più possibile a traguardi importanti. Magari non da subito ma dal prossimo anno si.
Chiudo con Giuntoli. Ho sempre sponsorizzato e apprezzato il suo lavoro, ero tra i pochissimi la scorsa estate a dire "fidatevi, farà un grande lavoro"; e trovo che abbia fatto un grande lavoro accollandosi, però, un rischio troppo importante: affidarsi al recupero di Milik. Troppo poco, per non dire surreale, pensare di affrontare la stagione con un attaccante e mezzo e tante punte esterne due delle quali anche nello stesso ruolo. Sbagliato anche giocarsi il jolly Nico Gonzalez pensando che alla Juve non avrebbe avuto i problemi fisici riscontrati in passato. E ora si paga inevitabilmente il conto. Fortunatamente l'infortunio di Vlahovic con la Serbia non sembra nulla di grave ma è certamente un fortissimo campanello d'allarme sulla grave carenza nel reparto offensivo su cui operare già da gennaio anche a fronte di un recupero di Milik.
A praticamente tre mesi dall'inizio della stagione sono già emersi pregi e difetti dell'ennesima ricostruzione, bisogna inquadrare bene i problemi, godersi le cose fatte bene, considerare gli ampi margini di miglioramento della rosa e della situazione, abbandonare le guerre di religione e concentrarsi con saggezza e oggettività sulle vere, risolvibili, problematiche.
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