Gli auguri dei giocatori ad Allegri per le 405 panchine in bianconero | VIDEO
Le 405 partite sulla panchina della Juventus fanno di Massimiliano Allegri un pezzo di storia della società bianconera, e nei tanti anni in cui il tecnico ha guidato la squadra, ha avuto la possibilità di conoscere tanti grandi campioni, alcuni dei quali hanno voluto salutarlo e congratularsi con lui. Il tecnico ha commentato il messaggio di ognuno, nel video allegato all'articolo. Chiellini, Barzagli e Buffon, ma non solo...da Pjanic a Matuidi, da Danilo a Rabiot, la carrellata di nomi è impressionante, tanto da far emozionare lo stesso Allegri.
DANILO - "Un ragazzo veramente d'oro, è il leader di questa squadra, un uomo di spessore e di livello molto alto con cui ho un rapporto straordinario"
MARCHISIO - "Claudio è stato un giocatore strardinario, siamo stati quattro anni insieme. Con me ha fatto gli anni più importanti davanti la difesa, in sostituzione di Pirlo. Purtroppo il suo infortunio portò all'interruzione del nostro rapporto lavorativo, ma è stato uno dei migliori che abbia avuto".
RABIOT - "Adrien è cresciuto molto come persona e come giocatore, è maturato tantissimo anche se era già forte. L'anno scorso ha fatto un campionato straordinario e quest'anno si sta ripetendo".
MATRI - "Alessandro è un ragazzo a cui sono molto legato. A Cagliari, alla quinta sconfitta di seguito lo feci entrare a venti minuti dalla fine, perdemmo 2-0 e alla riunione del mercoledì gliene dissi di tutti i colori come se fosse solo colpa sua. Ogni volta mi ricorda questa cosa e ci facciamo un sacco di risate".
MATUIDI - "Blaise è un altro ragazzo, oggi uomo, di un'umiltà e di un sacrificio straordinari. L'arrivo di Crstiano Ronaldo aveva condizionato anche le scelte in campo dei giocatori. Una volta eravamo a Roma con la Lazio, lui era in area, stoppa la palla, si gira e la passa a Cristiano fuori area. Dopo la partita io gli spiegai: 'Guarda che se sei davanti alla porta puoi anche tirare, non devi passarla per forza a Cristiano, se segni tu il gol ce lo danno lo stesso'. Ecco, lui era così, estremamente umile e altruista".
ALEX SANDRO - "Alex arrivò l'anno dopo la finale di Champions ed era allora il miglior terzino in circolazione. È un ragazzo intelligente e votato alla causa, giocatori come lui sono in tutte le grandi squadre e senza questo tipo di profili sarebbe impossibile vincere qualcosa".
SZCZESNY - "Tek quando non ci sono mi imita, mentre io in dieci anni non ho ancora imparato a scrivere il suo nome".
KHEDIRA - "Sami è arrivato dal Real Madrid dove era un professore in campo. È stato uno dei pochi giocatori a giocare con Mourinho, Ancelotti, e con me. Io posso anche non capirne ma Mourinho e Ancelotti sono due grandi allenatori e lo hanno sempre schierato. Un ragazzo di un'intelligenza rara e dal futuro sicuro nel mondo del calcio, se vorrà rimanerci".
RUGANI - "Daniele arrivò dopo un campionato importante ad Empoli e con le lodi della stampa perchè non aveva mai preso un'ammonizione. Io gli dissi 'I difensori devono picchiare, altrimenti le punte fanno gol, qualcosa la devi cambiare'. Ad oggi penso che difensivamente sua uno dei migliori in assoluto"
DE SCIGLIO - "Mattia è un ragazzo che è cresciuto con me al Milan, anche lui sempre criticato ma ingiustamente, ha fatto una buona carriera ed è un giocatore affidabile".
PJANIC - "Miralem arrivò dalla Roma ed era un ottimo giocatore, con noi è diventato un centrocampista di livello mondiale. Un giocatore straordinario e un ragazzo fantastico, sono onorato di averlo allenato".
MANDZUKIC - "A Mario sono molto legato e lavorare con lui è stato meraviglioso perchè era buffo, faceva finta di non sapere l'italiano e invece lo sapeva meglio degli altri. A Roma si fece male, ebbe un'infezione al gomito e non voleva più tornare a giocare. Io non riuscivo a capire come convincerlo, e da questo è nato un rapporto in cui imparai che per ottenere da lui quello che volevo, dovevo chiedergli l'opposto...e lui lo faceva. Sostituì Tevez perchè in quell'anno avevamo bisogno di un giocatore caratteriale oltre che tecnico, un giocatore di livello talmente alto che faceva paura soltanto a vederlo in campo".
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