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Savino a RBN: “Thiago Motta ok, ma preferirei Conte. Moratti? Stendiamo un velo pietoso”

Savino a RBN: “Thiago Motta ok, ma preferirei Conte. Moratti? Stendiamo un velo pietoso”
martedì 30 aprile 2024, 10:30Podcast
di Quintiliano Giampietro

Il pari contro il Milan ha lasciato qualche rimpianto per alcune occasioni fallite che potevano regalare il bottino pieno. Domenica sera si gioca in casa della Roma e con un successo i bianconeri sarebbero certi della qualificazione in Champions League. Il 15 maggio poi finale di Coppa Italia. Solo allora forse si potrà parlare del futuro di Allegri, la cui permanenza resta in forte dubbio. Possibile anche le dimissioni a sorpresa dell'allenatore livornese, Thiago Motta sembra il prescelto per sostituirlo, ma c'è chi continua a sognare il ritorno di Conte. In chiave mercato, il nome delle ultime ore è quello di Jorginho. Intanto è polemica per alcuni frasi dell'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti sulla questione scudetti. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve l'avvocato Roberto Savino, scrittore e noto tifoso bianconero.

Juve dunque concentrata sui prossimi obiettivi. Per il futuro, fermo restando la questione allenatore e la rosa, serve anche rafforzare la società. La pensa così Savino: “In una grande società, la struttura piramidale deve essere assolutamente rispettata e quando mancano dei mattoni in mezzo ovviamente la piramide è storta. Non c'è dubbio che ci sono falle in dirigenza, nella rosa e nel comparto tecnico. E' inutile girarci troppo intorno. Ognuno ha le sue responsabilità a prescindere dal ruolo e per questo è parte del problema, bisogna cercare di risolverlo. Mi riferisco soprattutto ad Allegri, ma anche alla rosa. Vedo una serie di colpe che partono dalla dirigenza, assolutamente incompleta. Basta studiare la storia per capire che qualsiasi Juve vincente aveva una forte struttura societaria pronta a risolvere ogni criticità. Poi la rosa, carente in alcuni ruoli, in primis il centrocampo. Infine l'allenatore. Se ha avuto dei meriti nei due anni precedenti, in questa stagione giustifico Empoli e Inter, ma dall'Udinese in poi non ci ha capito tanto. Non l'hanno seguito? Se così fosse, è comunque responsabilità sua. La partita simbolo di questa Juve, ripeto, è quella contro la squadra friulana, c'è stato un crollo mentale. Finire a -8 dall'Inter sarebbe stato ben diverso, rispetto al distacco attuale”.

Nel podcast l'intervento integrale