La Juventus è totalmente da rifare e l'ambiente da rimotivare ma non chiedete miracoli a Giuntoli

La Juventus è totalmente da rifare e l'ambiente da rimotivare ma non chiedete miracoli a GiuntoliTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 29 aprile 2024, 18:02Il tackle di Andrea Bosco
di Andrea Bosco

Ci fa ingoiare questo scempio proprio fino alla fine. Sto parlando della Juventus, assurda, patetica, ridicola al servizio di un allenatore vittima della propria presunzione. Abbandonato visibilmente dalla sua truppa, contestato su ogni campo da chi non capisce e soprattutto non sopporta più le sue direttive. Max Allegri è destinato, a fine stagione, a svuotare l'armadietto. Meglio sarebbe stato risparmiare questo scempio. Ma alla Real Casa le idee non sembrano chiare. E il futuro è incerto. La prossima stagione la Juventus dovrà disputare cinque manifestazioni. E con questo organico, questa qualità (non si sa ancora con quale allenatore) senza un vero presidente (con tutto il rispetto, l'avvocato Ferrero mica sarà un presidente?) non si capisce come la Juventus potrà competere. La squadra è da rifare, l'ambiente è da motivare, la linea è da tracciare, la solidità da verificare. Nessuno pretenda da Giuntoli miracoli. La Juventus guardi dentro a sé stessa, Elkann guardi dentro a sé stesso. Decida l'azionista di maggioranza se vuole continuare ad onorare la storia gloriosa del club o se viceversa non vuole più farlo. Ha diritto di non farlo, se non vuole. Ha il diritto di ridimensionare e persino di vendere. Nessuno lo criticherà per questo. Ma lo dica: dica ai tifosi cosa intende fare della Juventus. Vuole "risanare"? Giusto: una società di calcio dovrebbe avere i conti in ordine. Non dovrebbe essere inseguita dagli esposti, non dovrebbe avere presidenti in fuga che evitano di mettere piede in Italia, non dovrebbe essere sotto la scopa delle Procure. E nessuno più della Juventus sa, cosa significhi, essere "attenzionati" dalle procure ostili. Risanare comporta anche essere fuori dai giochi per numerosi anni. Ci sta. Ma serve dirlo: non bisogna illudere i propri clienti. Che sono allo sbando.

Mezzo stadio ha fischiato Allegri, mezzo stadio lo ha sostenuto. Quando la politica della società è incerta produce sfracelli. E con tutto il rispetto per John Elkann e le sue (lodevoli) intenzioni, è già accaduto: nessuno ha dimenticato il quinquennio targato Jean Claude Blanc, uno e trino. Se la Juventus è destinata ad un inesorabile declino, più di quanto già non stia accadendo, meglio far capire che per ricostruire ci vorrà tempo. Ci vorranno competenze, qualità, fortuna. E – soprattutto - in questo calcio ormai ridotto a simulacro di quello che fu, ci vogliono i soldi. Mentre impazza la festa dell'Inter (aiutata fino alla fine, persino dalla triade femminile che ha esordito al Meazza, succube del patriarcato Var) omaggiata (non per il suo sacrosanto scudetto, sia chiaro) ma per la sua discussa e discutibile seconda stella, mi rifiuto di parlare di Juventus – Milan: un match tra squadre che un tempo dominavano il torneo.. Oggi ridotte a comparse. L'inopinato pareggio interno del Bologna contro l'Udinese lascia invariato l'esiguo distacco in classifica. Per ora il terzo posto è salvo. Per ora. In un mondo brutto che detesta la sua cultura (occidentale), che insegue follemente il politicamente corretto, che sopprime simboli e valori in nome di una ebete cancel culture, che ribalta i confini della decenza, che sposa al posto della tolleranza e della democrazia, il fascino schifoso della tirannia e la brutale utopia di religioni che predicano la morte degli "infedeli", anche il calcio ha perso la poesia delle origini. Si esalta la tecnologia senza capire che l'eccesso tecnologico rappresenta la repressione inquisitoria. La violenza delle polizie morali che sottomettono e violentano. La vita (calcistica) era bella, un tempo. Si poteva andare allo stadio e mescolarsi con i tifosi della squadra avversaria. Magari ci scappava qualche parola di troppo. Ma si poteva stare assieme. Si poteva perdere, pareggiare o vincere. Il giorno dopo si voltava pagina. Oggi l'astio si perpetua nei decenni. Di chi la colpa? Ditemelo voi di chi è la colpa. Io una idea ce l'avrei. Anzi: ne ho la certezza.