Le Contropagelle di Genoa-Juventus a cura di Marco Edoardo Sanfelici

Le Contropagelle di Genoa-Juventus a cura di Marco Edoardo SanfeliciTUTTOmercatoWEB.com
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di Enrico Scarponi
LA JUVE? Ó TUT BÓS-C Ó TUT PRÀ (O TUTTO LEGNA O TUTTA ERBA)

di Marco Edoardo Sanfelici

GENOA  -  JUVENTUS   0 a 3 

PERIN  6,5  Per 80 minuti i suoi guanti restano intonsi. E’ al 88° che salva il risultato, ancora sullo 0 a 2, su colpo di testa di Pinamonti da distanza ravvicinata, evitando a se stesso e ai compagni un finale da brividi. Un minuto dopo la Juve triplica e subito viene in mente quale caratteristica sia fondamentale per un portiere bianconero: una parata ogni quattro partite, ma decisiva in fatto di stagione.

DANILO  6  Capitano, mio capitano. Gli anni passano per tutti, anche per i guerrieri che calano l’esperienza al posto dello strapotere fisico. Dall’altra parte del campo, il compagno ha la bellezza di 17 anni in meno, ma “nonno” Danilo non sfigura. Regge, corre (piano), arremba (cum juhicio) e non perde mai le distanze di reparto. 

KALULU  7  Cos’è, in prestito? Riscattare subito, senza pensarci su un attimo in più. Questo, ragazzi, è forte e non perde un colpo. Attento su ogni ombra che si palesa vicino a sé, nella serata di Marassi azzarda anche suggerimenti in avanti, soprattutto nella ripresa, quando ha Douglas e Thuram come terminali. Non sarà come Davids, ma gli si avvicina per gentile concessione milanista.  (SAVONA  6  Aumenta la misura della personalità di questo ragazzo poco appariscente, ma tanto tanto concreto)

BREMER  6,5  Lascia a Pinamonti una sola azione verso la fine della partita, prima della quale l’ex Inter non vede “biglia”. Deve lavorare molto sulla velocizzazione della ripartenza, dato che 8 su 10 tocca a lui. Grande protagonista di 6 “clean sheet” consecutivi, come mai dai 3 punti per vittoria.

ROUHI  5,5  Capisco il premio concesso ad un next gen, ma si deve anche essere all’altezza di meritarlo sul campo. Pasticcione oltre misura, fa diventare un certo Zanoli meritevole della chiamata di Spalletti, francamente imbarazzante. Annaspa e respira affannosamente nel recupero della posizione. Dice: ma è giovane. A me, se gioca in prima squadra, della sua giovinezza, frega una cippalippa. (CAMBIASO  6  Esempio di come con un cambio si possano esplorare orizzonti diversi. Andrea sulla sinistra e in mezzo è per la manovra come il lievito dentro la pasta del panettone. Lievita, lievita, oh come lievita!)

FAGIOLI  7  La versione del Fagiolino che vorrei sempre ammirare. Essenziale nelle giocate, preciso negli appoggi, anche un pizzico di azzardo che non guasta. Con l’ingresso di Douglas la sua posizione si avanza di una 20 di metri e la sue palle al bacio si rivelano essere la stura ad azioni pericolose in serie e lo score lo testimonia.

McKENNIE  6,5  Stasera abbiamo imparato che se McKennie viene atterrato al limite dell’area, il fallo lo commette lui. Inserisco questa postilla alla REGOLA 12 del “Regolamento del giuoco del calcio”. Con la sotto postilla per cui potrebbe trattarsi anche di differente giuocatore, purché in forza alla Juventus. L’americanino sostiene il peso del centrocampo nel 1° tempo, in cui ha cittadinanza il gioco sporco, quello misconosciuto, ma tanto necessario. Finita la manovalanza, cede il posto con tanto onore. (DOUGLAS LUIZ  6,5  Che finalmente Thiago Motta abbia trovato il regista che cercava? Se solo il brasileiro impara a dosare il possesso palla e si mette a giocare di prima, la terra di mezzo juventina fa “bingo”. Tecnicamente è 3 spanne sopra tutti. Con lui il gioco diventa insostenibile per la difesa genoana, che capitola al di là del punteggio finale)

NICO GONZALEZ   6,5  L’unico che schiaffeggia e risveglia milioni di tifosi con la testa ciondolante in preda all’abbiocco. Va via alla grande un paio di volte, ma in area c’è ancora la brutta copia del centravanti. Un’ora positiva, giocata di forza contro un Vasquez aggrappato al mestiere. (CONCEICAO  7  E’ tornata di moda l’ala piccola, sgusciante, veloce, irresistibile. Johnstone, Gigi Meroni, Bruno Conti, Soldatino Di Livio e compagnia ubriacante applaudono all’unisono. Mette in mezzo un pallone che la sfortuna fa spedire a Koop sulla traversa. Distrugge letteralmente ogni residua certezza rossoblù. E tiene basso da vero dotato di tecnica sopraffina il pallone che sempre Koop fa filtrare con una finta e per Gollini non c’è scampo. Chi si ricorda di Krasic? Uno scolaretto a confronto)

KOOPMEINERS  7  Primo tempo anonimo, come tutta la truppa. Poi, al fischio d’inizio della ripresa, si va a mettere a ridosso di Dusan, rendendo più difficile la vita ai centrali genoani. Mossa azzeccatissima del mister. Non è un caso che Vlahovic, sostenuto da lui a fianco, si sblocchi dal torpore e diventi incontenibile. In una sorta di 3 – 5 – 2 vecchio, vilipeso, rifiutato da tanti tifosi che a mala pena sanno la differenza tra i numeri divisibili e i numeri primi, rivisto da Motta ma sostanzialmente di questo trattasi, l’ex atalantino trova d’incanto la sua posizione e sono dolori per gli avversari. Provoca il secondo goal di Dusan e propizia la rete di Francisco Conçeicao. Per stavolta può bastare.

YILDIZ  5,5  Mi viene in mente la pubblicità del commissario Rock, in cui un calvo Cesare Polacco, accarezzandosi la “pelata” confessava di non aver mai usato la brillantina Linetti. Qual è il nesso con il turchino? Una battuta di un signore che ammetteva candidamente nello stesso carosello: “ Uso dei prodotti, ho fatto ho fatto, ma non ho visto mai niente”. Beh, Yildiz è come il calvo di turno: ancheggia, finta, si incasina e poi torna indietro senza costrutto e si replica appena possibile. E non si vede mai niente. (THURAM  6  Mette ordine e gestione della palla per far passate il tempo, ci vuole abilità anche in queste cose apparentemente non importanti)

VLAHOVIC  7  Niente da fare, deve aspettare che succeda qualcosa che gli faccia mettere la palla sul dischetto. Dopo di ché, apriti cielo. Raddoppia quasi inesorabilmente. Per la serie: sbloccata la parte mentale, non ce n’è più per nessuno. O tutto o niente. O prestazioni opache, eufemismi alla mano, o doppiette. Basta anche un solo goal per partita, ma per una serie lunga di gare. Questo è il prossimo step. 

THIAGO MOTTA  7,5  Il vero vincitore della tornata. Dall’annuncio a sorpresa della formazione alla vigilia, al mantenimento di detta promessa. Primo tempo da perplessi tutta la vita, al cambio di posizione di alcune pedine importanti, alla correzione di modulo, senza vergogna di riesumare un vecchio e stantio 3 – 5 – 2 mascherato che ha stritolato le speranze del Genoa. Se la caratteristica della persona intelligente è quella di sapersi correggere e prendere atto dei propri errori, allora signori, abbiamo un tecnico super cervellone. Scopre in corso d’opera un regista per elezione in Douglas Luiz, che si è di molto liberato da prolungate palle trattenute. Francisco Conçeicao è tanta roba ed averlo disponibile apre scenari esaltanti. La squadra sta prendendo coscienza che lottare per lo scudetto è un obbligo ed è ciò che chi scrive invocava e supplicava. Ora la consapevolezza cresce  e la trasferta tedesca di Lipsia darà altre risposte, si spera in chiave di ulteriori progressi. Per un sera la capolista è bianconera, non più friulana, ma dall’altro versante del nord Italia. Durerà, non durerà? Poco importa, ma lì bisogna esserci, sempre più sovente.

  
P.S.   PER I MARZIANI.  Tenere palla per il 67% del tempo e non cavare il classico ragno dal buco rischia di diventare frustrante. Quindi se la fanteria frontale non sfonda, si fa entrare la cavalleria che incalza le ali fino a fare guasti irreparabili. Perché male che vada finisce 0 a 0, ma se si sblocca lo score, si dilaga. Come recita un vecchio detto contadino nelle vallate piemontesi: o fai legna o fai erba. Ovviamente, meglio la legna e tanta.